LASCIATEMI PARLARE : Bilinguismo di bambini italo-finlandesi
Aaltio, Tuula (2019-05-10)
LASCIATEMI PARLARE : Bilinguismo di bambini italo-finlandesi
Aaltio, Tuula
(10.05.2019)
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https://urn.fi/URN:NBN:fi-fe2019052717298
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Tiivistelmä
La presenta ricerca è impostata sull’analisi del fenomeno del bilinguismo individuale. Il bilinguismo di una persona è un fenomeno difficilmente misurabile e anche per questo motivo è difficile dare una definizione univoca del bilinguismo stesso. Per questa ricerca si userà il termine bilinguismo nel senso dell’uso, da parte di un parlante, di due lingue, in un contesto più ampio rispetto allo studio delle lingue in un contesto accademico.
Uno studio sistematico del bilinguismo ebbe inizio più di un secolo fa con l’opera del linguista francese Jules Ronjat Le développement du langage observé chez un enfant bilingue (1913), ma bisognò attendere più di trent’anni per il lavoro monumentale di Werner Leopold Speech Development of a Bilingual Child: A Linguist's Record (4 volumi, 1939-1949). Secondo gli studiosi, il processo di acquisizione del linguaggio nei bambini è lo stesso, sia per i monolingui che per i bilingui, con differenze che possono apparire nella velocità di acquisizione. Tradizionalmente si usa il termine madrelingua ma nessuna ricerca stabilisce che la lingua del padre non abbia influenze sullo sviluppo linguistico del bambino.
Il metodo di ricerca usato in questa tesi di laurea è qualitativo e si sofferma su aspetti etnografici, per questo è stata usata la tecnica dell’intervista tematica per le interviste, eseguite in presenza in un ambiente “naturale”. Il corpus della presente ricerca è composto da interviste realizzate a Roma tra il giugno e il luglio del 2011. Con l’aiuto dell’Associazione Finlandese di Roma, sono state contattate le sette famiglie coinvolte nella ricerca, per un totale di 9 genitori e 10 figli. Tre famiglie su sette erano italo-finlandesi, due famiglie totalmente finlandesi e due famiglie “miste”, ovvero rispettivamente messico-finlandese e africano-finlandese. Ogni famiglia aveva la sua storia individuale, ma si è giunti ad alcune conclusioni e riflessioni comuni per quanto riguarda, per esempio, la scelta del bilinguismo, lo sviluppo cognitivo e l’importanza dell’input e degli stimoli linguistici.
Uno studio sistematico del bilinguismo ebbe inizio più di un secolo fa con l’opera del linguista francese Jules Ronjat Le développement du langage observé chez un enfant bilingue (1913), ma bisognò attendere più di trent’anni per il lavoro monumentale di Werner Leopold Speech Development of a Bilingual Child: A Linguist's Record (4 volumi, 1939-1949). Secondo gli studiosi, il processo di acquisizione del linguaggio nei bambini è lo stesso, sia per i monolingui che per i bilingui, con differenze che possono apparire nella velocità di acquisizione. Tradizionalmente si usa il termine madrelingua ma nessuna ricerca stabilisce che la lingua del padre non abbia influenze sullo sviluppo linguistico del bambino.
Il metodo di ricerca usato in questa tesi di laurea è qualitativo e si sofferma su aspetti etnografici, per questo è stata usata la tecnica dell’intervista tematica per le interviste, eseguite in presenza in un ambiente “naturale”. Il corpus della presente ricerca è composto da interviste realizzate a Roma tra il giugno e il luglio del 2011. Con l’aiuto dell’Associazione Finlandese di Roma, sono state contattate le sette famiglie coinvolte nella ricerca, per un totale di 9 genitori e 10 figli. Tre famiglie su sette erano italo-finlandesi, due famiglie totalmente finlandesi e due famiglie “miste”, ovvero rispettivamente messico-finlandese e africano-finlandese. Ogni famiglia aveva la sua storia individuale, ma si è giunti ad alcune conclusioni e riflessioni comuni per quanto riguarda, per esempio, la scelta del bilinguismo, lo sviluppo cognitivo e l’importanza dell’input e degli stimoli linguistici.